Ci sono numerosi attestazioni archeologiche che testimoniano come la pianta di melograno fosse un’importantissima risorsa per l’antica città di Paestum.

Culti, tradizioni ed iconografia sopravvivino al giorno d’oggi, in continuità con l’antico, nella figura della Madonna del Granato, che dall’alto del suo santuario veglia su questo splendido territorio.
Nel santuario di Santa Maria del Granato a Capaccio Paestum, si venera infatti la Madonna del Granato, che tiene in una mano un frutto di melograno come fosse uno scettro. L’interpretazione cristiana collega il melagrano a una raffinata metafora religiosa: così come numerosi e dolci sono i semi, così dolci e numerose sono le virtù che Maria può ispirare ai fedeli.

Il culto della Vergine qui è profondamente legato ad una delle divinità classiche, Hera Argiva.
Le sedi del culto di Hera nelle terre italiche sono diffuse nell’intera Magna Graecia, e tra queste vi è Paestum, sede prescelta dai coloni greci per un insediamento lungo le coste campane.

Non lontano dagli scavi archeologici di Paestum, laddove i Greci fondarono, agli inizi del IV secolo, la città di Poseidonia, sorge il santuario di Hera, nel quale si può ammirare una statua della dea con in mano un frutto di melograno.
L’evidente somiglianza tra la statua della Madonna del Granato con la statuetta della dea Hera Argiva non lascia dubbi sulla continuità tra culto greco e cristiano.
Entrambe sono sedute su un trono con in mano un melograno, che simboleggia l’immortalità, la fertilità, la forza della creazione e l’abbondanza.
I riti pagani col tempo sono scomparsi ma la tradizione popolare mantiene vivo il legame con l’antico; ancora oggi infatti, è usanza portare in dono i melograni alla Madonna del Granato, in segno di riconoscenza e di ringraziamento.